PomodoriPOMODORO

Questa specie appartiene alla famiglia delle Solocanee e originaria delle Ande (Sud America) da dove venne importata nel XVI secolo. Per la forma dei suoi frutti, inizialmente giallo-dorati, fu dapprima denominata “Pomo de Oro” da cui deriva il temine pomodoro. Il frutto che si consuma può essere di forma varia e di colore verde-giallo o rosso in base al suo grado di maturazione. A seconda della destinazione d’uso il pomodoro può essere fresco da tavola o da industria conserviera. Il pomodoro da tavola o da insalata deve avere media grossezza e polpa compatta; quello da ripieno deve avere forma rotonda e spessore grosso; quello da conserva deve avere forma allungata (es. come i S. Marzano). Matura prevalentemente nel periodo estivo e dal punto di vista nutritivo è buona fonte di vitamina “C”, “A” , sali minerali e acidi organici. Il pomodoro si può consumare in insalata e rientra nella preparazione di moltissime ricette culinarie dato che lo troviamo come ingrediente nella pizza e come “salsa” base per moltissimi tipi di pasta asciutta. Come precedentemente detto il pomodoro presenta numerose varietà, che si differenziano per forma, dimensione e colore del frutto, per caratteri diversi della polpa e per grado di maturazione. Il costoluto è tondo, carnoso, di colore rosso-verde ed è ottimo per insalata; il ramato o pomodoro a grappolo è liscio e rotondo e si presta alla preparazione di insalate, salse e a essere farcito; Il pomodoro ciliegia

o di Pachino è simile a quello ramato ma più piccolo e si usa in insalata o per condire la pasta; il cuore di bue è costoluto e con pochi semi ed è ottimo in insalata; Il pomodoro da sugo, il perino o san marzano è allungato, ha molta polpa e si usa per salse o insalata; il pomodoro verde è molto dolce ed è ottimo impanato e fritto. Per mondare i pomodori occorre lavarli e asciugarli, quindi si toglie loro il picciuolo con uno spelucchino a lama curva, estraendo anche il torsolo. Per pelarli, si fanno scottare rapidamente  in acqua bollente, quindi. Per sfilettarli, dopo averli spellati si tagliano a spicchi, si privano dei semi e si mettono a sgocciolare in uno scolapasta affinchè perdano l’acqua di vegetazione.