OSTRICHE

Le ostriche si dividono in tre tipi. Le più pregiate dal punto di vista gastronomico sono quelle tonde, dette “piatte”, caratterizzate da un aroma morbido, salmastro ma armonico. Di dimensioni medie che si aggirano sui 10 cm di larghezza, sono presenti sul mercato italiano in numerose varietà locali, come la tarantina e l’adriatica, anche se si ritiene che le migliori in assoluto siano le “belon” francesi. Altri tipi di ostriche sono quelle dette “lunghe”, tra le quali la più comune è la cosiddetta “portoghese”, e quelle dette “giapponesi” o concave. Caratterizzate dal guscio allungato, sono di qualità poco inferiore rispetto a quelle piatte, e poichè hanno comunque buone carni sono oggetto di allevamento intensivo. Normalmente, le ostriche si mangiano crude. Per prepararle, occorre lavarle accuratamente, quindi aperte  inserendo l’apposito coltellino nella cerniera delle valve, proteggendo la mano che regge l’ostrica con un telo ripiegato e, ruotando la lama sollevare le valve ed eliminare quella superiore. Servendovi dello stesso coltellino da ostriche, separate infine il mollusco dalla valva in cui si trova. Una volta preparate, le ostriche vanno disposte su un letto di ghiaccio tritato su un piatto da portata e servite portando in tavola spicchi di limone, riccioli di burro, fette di pane e pepe.